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Mostra “Venezia: dal primo Lazzaretto al controllo delle pandemie 1423 – 2023”, nell’ambito delle Celebrazioni dei 600 anni dalla Fondazione del primo Lazzaretto della Storia

Mostra “Venezia: dal primo Lazzaretto al controllo delle pandemie 1423 – 2023”, nell’ambito delle Celebrazioni dei 600 anni dalla Fondazione del primo Lazzaretto della Storia

In data 5 settembre 2023, è stata inaugurata a palazzo Ferro Fini la mostra “Venezia: dal primo Lazzaretto al controllo delle pandemie 1423 – 2023”, realizzata con la partecipazione del 'Venice Office' del Consiglio d’Europa, dell’Istituto Superiore di Sanità, della Soprintendenza archivistica e bibliografica del Veneto e Trentino-Alto Adige, della VIU (Venice International University) e del CISO (Centro Italiano di Storia sanitaria e ospedaliera) Veneto, nell’ambito delle Celebrazioni dei 600 anni dalla Fondazione del primo Lazzaretto della Storia. 
Il Presidente del Consiglio regionale del Veneto, Roberto Ciambetti, nell’inaugurarla ha voluto innanzitutto rivolgersi in segno di ringraziamento a Luisella Pavan Wolf anche per l’impegno profuso come direttrice dell’Ufficio Italia del Consiglio d’Europa a Venezia, e all’ambasciatore Umberto Vattani, già Segretario generale del ministero degli Affari Esteri e attuale presidente della prestigiosa ‘Venice International University’. Uno speciale ringraziamento lo ha poi rivolto a Nelli Elena Vanzan Marchini, in quanto curatrice di questa esposizione, per il suo profondo impegno nella ricerca e studio dei sistemi sanitari nella storia, con particolare riguardo a Venezia, oggetto peraltro di questa esposizione nella sede consiliare.  Anche il Ministro della Sanità, Orazio Schillaci - ha ricordato Ciambetti – ha voluto fare i propri complimenti alla nostra curatrice con una lettera di cui ha citato alcuni passaggi che dimostrano innanzitutto una cosa, il valore della Cultura nella definizione delle scelte della Politica.  “Nella prima seduta del Consiglio regionale del Veneto, il 6 luglio 1970 - ha osservato Ciambetti - più di una voce sottolineò come la neonata Regione fosse erede della grande storia Repubblicana di Venezia e in effetti, e non senza ragione per quanto riguarda la sanità, per molti aspetti noi continuiamo l’impegno che già fu della Serenissima per la promozione e la tutela della salute pubblica, forse come mai era avvenuto nella Storia. Una Veneta, Tina Anselmi, fu il ministro che istituì il Sistema Sanitario Nazionale e il Veneto fu la prima Regione ad avviare l’applicazione di quella rivoluzione. La sanità veneta da allora è stata un esempio positivo, e non solo a livello nazionale, esempio rimarcato proprio nell’ultima pandemia, grazie all’impegno straordinario profuso da tutto il sistema sociosanitario. È giusto, dunque, che questa mostra sia ospitata qui oggi, nella casa dei veneti, nella sede dell’assemblea legislativa regionale. Ecco perché idealmente intendo dedicare questa mostra incentrata sulla lotta alle pandemie alla figura di Claudio Sinigaglia, cattolico democratico padovano, consigliere regionale del Pd, da sempre impegnato sul tema della Sanità, che nonostante il male che lo stava minando, durante la pandemia non si è mai risparmiato e ha sempre svolto il proprio lavoro”.
Ciambetti ha sottolineato anche come sia viva e di straordinaria attualità la storia del rapporto tra salute pubblica e Serenissima, di cui questa mostra offre un saggio inestimabile e a tale proposito ha ricordato come vi siano delle analogie impressionanti con i nostri giorni, citando certi editti che anticipano, ma con molto più buon senso, i nostri urgenti Dpcm, o l’invenzione del Green Pass, oppure il distanziamento fisico con la logica dei lazzaretti, e soprattutto quel ruolo di informazione e divulgazione per allertare anche nazioni o stati non esattamente amici, nella consapevolezza che davanti ai morbi mortali o ci si protegge tutti oppure tutti rischiano di essere travolti. 
La curatrice della mostra, professoressa Nelli Elena Vanzan Marchini, ha esordito ricordando come l’esposizione sia stata frutto di una profonda condivisione di intenti con altre Istituzioni e ha rimarcato come Venezia sia “il terminale di una grandissima civiltà su cui è stata costruita la Storia europea: la sanità veneziana è stata un faro della nostra civiltà grazie al suo metodo articolato nelle fasi della prevenzione, della cura e della gestione delle emergenze”. Ha poi spiegato l’articolazione della mostra in tre filoni, frutto di scelte ben precise: “un primo filone verticale, volto a raccontare la storia dei lazzaretti; un secondo filone - su fondo scuro - volto all’esposizione di documenti inediti, relativi alle informazioni che Venezia utilizzò per individuare le persone ammalate, sospendere i rapporti con i territori di provenienza delle stesse e avvisare del pericolo di nuovi focolai tutte le altre nazioni (Venezia introdusse veri e propri passaporti sanitari, antenati dei moderni green pass) e un ultimo filone basato sulle immagini dei lazzaretti: com’erano e come sono adesso”.
Hanno partecipato all’evento inaugurale anche il Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità ed esperto di sanità pubblica Silvio Brusaferro e l’Assessore del Comune di Venezia Simone Venturini che hanno portato il proprio saluto istituzionale.
La Mostra è rimasta aperta fino al 30 novembre 2023.